Ruoli e strategie di Red Team, Blue Team e Purple Team
Nella sicurezza informatica, oggi come non mai, un approccio puramente reattivo alla difesa è obsoleto. Le aziende devono adottare una strategia proattiva e olistica, fondata, ad esempio, su tre approcci fondamentali: il Red Team, il Blue Team e il Purple Team. Queste squadre, che rappresentano rispettivamente l’attacco , la difesa e la collaborazione sinergica tra le due parti, possono aiutare a costruire una moderna strategia di cybersecurity e migliorare la postura della sicurezza informatica nelle aziende. Questo articolo fornirà una disamina dettagliata di ciascun team, analizzandone i ruoli, le metodologie e l’impatto strategico. Esploreremo come la loro interazione, specialmente attraverso l’approccio collaborativo del Purple Teaming, sia fondamentale per rafforzare la postura di sicurezza complessiva e come questi paradigmi si stiano evolvendo per affrontare le sfide di frontiere tecnologiche emergenti, inclusa la sicurezza dei Large Language Models (LLM).
Il fronte offensivo: Red Team
Il Red Team è la prima linea dell’approccio proattivo alla cybersecurity. È un gruppo di professionisti della sicurezza informatica che assume il ruolo di attaccante in simulazioni di scenari di cyberattacco del mondo reale. Agendo come una forza offensiva, emula tattiche, tecniche e procedure (TTP) utilizzate da veri cybercriminali. L’obiettivo principale non è causare un danno effettivo, ma identificare e sfruttare le vulnerabilità nelle difese di un sistema IT aziendale per valutarne l’efficacia e fornire un feedback concreto per il miglioramento. In questo processo, il Red Team sfida direttamente la capacità del Blue Team (la squadra di difesa) di rilevare, rispondere e mitigare le minacce.
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Metodologie e Attività Principali
Il Red Team impiega un’ampia gamma di tattiche per simulare un attacco realistico. Le sue attività principali includono:
- Replicare il comportamento di specifici attori di minaccia o tipologie di attacco per testare la difesa contro avversari noti.
- Penetration testing e sfruttamento di vulnerabilità: ricercare attivamente e sfruttare le debolezze nei sistemi, utilizzando tecniche come SQL Injection, Remote Code Execution (RCE), Directory Traversal e attacchi a JSON Web Token.
- Social engineering: manipolare gli individui per ottenere accessi o informazioni sensibili attraverso metodi come il phishing o il vishing.
- Valutazione della sicurezza fisica: tentare di aggirare le misure di sicurezza fisiche, come i sistemi di controllo degli accessi agli edifici, per testare la protezione a 360 gradi dell’organizzazione.
- Ricognizione, movimento laterale ed esfiltrazione dati: le operazioni iniziano con la raccolta di informazioni sul target (Reconnaissance). Una volta ottenuto un accesso iniziale, il team cerca di muoversi lateralmente all’interno della rete per raggiungere e sottrarre dati sensibili.
- Sviluppo di exploit e malware: creare o simulare l’uso di codice malevolo o exploit per violare i sistemi, replicando le capacità di attaccanti avanzati.
Strumenti e Framework
Per condurre le proprie operazioni, il Red Team si avvale di framework e strumenti standard del settore, tra cui:
- MITRE ATT&CK® Framework: una knowledge base globale di tattiche e tecniche avversarie basate su osservazioni del mondo reale, utilizzata per pianificare e mappare le attività di attacco.
- Piattaforme di Breach and Attack Simulation (BAS): strumenti che automatizzano e convalidano continuamente i controlli di sicurezza contro un vasto spettro di TTP
- Strumenti specifici: l’arsenale include framework di penetration testing come Metasploit e Cobalt Strike, scanner di rete come Nmap e altri tool specializzati per l’ingegneria sociale e le valutazioni fisiche.
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Il contributo del Red Team va ben oltre la semplice identificazione di vulnerabilità. Il suo lavoro è fondamentale per rafforzare la postura di sicurezza complessiva dell’organizzazione. Evidenziando punti deboli che altrimenti potrebbero passare inosservati, promuove una cultura di miglioramento continuo e un approccio proattivo alla sicurezza. È ovvio, tuttavia, che queste operazioni siano condotte nel rispetto di precise considerazioni etiche: devono basarsi sul consenso informato di tutte le parti, seguire regole di ingaggio chiare e bilanciare il realismo della simulazione con la necessità di non causare interruzioni operative o corruzione dei dati.
La difesa: il ruolo del Blue Team
In contrapposizione diretta al Red Team, il Blue Team è il gruppo di professionisti della sicurezza informatica che assume il ruolo di difensore durante le simulazioni di attacco. Composto da analisti e specialisti di incident response con solida esperienza, il suo compito primario è proteggere le risorse informatiche e i dati di un’azienda, agendo come una forza difensiva per preservarne l’integrità, la confidenzialità e la disponibilità. L’obiettivo del Blue Team è rilevare, rispondere e mitigare gli attacchi orchestrati dal Red Team, testando e affinando continuamente le procedure di risposta agli incidenti per garantire la massima efficacia.
Metodologie e attività principali
Per adempiere alla propria missione, il Blue Team si concentra su una serie di attività strategiche e operative, volte a fortificare l’infrastruttura e a rispondere prontamente alle minacce:
- Monitorare costantemente i sistemi e il traffico di rete per identificare anomalie e qualsiasi attività sospetta
- Proactive Threat Hunting: andare oltre la difesa passiva, cercando attivamente minacce nascoste all’interno della rete dell’organizzazione prima che possano attivarsi.
- Identificare e neutralizzare le potenziali minacce prima che possano sfruttare le vulnerabilità esistenti nei sistemi.
- Risposta agli incidenti: eseguire procedure ben definite per rilevare, analizzare e rispondere alle minacce man mano che si presentano. Questo include il blocco di attività dannose e l’aggiornamento delle configurazioni di sicurezza per prevenire futuri attacchi.
- Adattamento e miglioramento continuo: analizzare i vettori di attacco, le tattiche e le tecniche impiegate dal Red Team per rafforzare le proprie misure difensive e colmare le lacune di sicurezza identificate.
Strumenti e tecnologie comuni
Il Blue Team si avvale di una vasta gamma di tecnologie e strumenti avanzati per implementare controlli di sicurezza robusti e monitorare l’ambiente digitale. L’arsenale tecnologico include tipicamente:
- Sistemi di rilevamento e prevenzione delle intrusioni e firewall.
- Soluzioni di Security Information and Event Management (SIEM), come Splunk e IBM QRadar, per aggregare e analizzare i dati, monitorare il traffico di rete e identificare comportamenti anomali.
- Piattaforme di Threat Intelligence e strumenti avanzati per l’analisi del malware.
- Soluzioni avanzate per la protezione degli endpoint.
Il Blue Team è fondamentale per rafforzare la postura di sicurezza aziendale. Il suo lavoro costante contribuisce a ridurre i tempi di risposta agli incidenti e migliora la capacità di rilevare e mitigare le minacce informatiche in modo efficace.
La collaborazione: che cosa fa il Purple Team
L’approccio più maturo e moderno alla cybersecurity supera la tradizionale contrapposizione tra attaccanti e difensori. Il Purple Team non è un terzo team a sé stante, ma un approccio innovativo e collaborativo che unisce le metodologie e le competenze dei Red Team e dei Blue Team. Il suo scopo principale è colmare le lacune di comunicazione e promuovere una comprensione reciproca tra queste due forze. Anziché operare in silos, le due squadre lavorano insieme per rafforzare la postura di sicurezza complessiva dell’organizzazione.
Questa filosofia si basa sulla collaborazione continua, fondamentale per il successo dell’iniziativa. L’obiettivo è creare un ambiente cooperativo in cui i professionisti della sicurezza condividono intuizioni e best practice. Questa collaborazione permette di sviluppare strategie che comprendono sia le prospettive di attacco, sia di difesa, migliorando la prontezza nel contrastare le minacce dinamiche.
I compiti del Purple Team
Il successo del Purple Team si fonda su un ciclo continuo di feedback e miglioramento, articolato attraverso diverse attività chiave:
- Condivisione delle informazioni in tempo reale: il Red Team condivide le tattiche, tecniche e procedure (TTP) e i piani di attacco con il Blue Team, sia prima, sia durante l’esecuzione degli esercizi. Questa trasparenza aiuta il Blue Team a comprendere e anticipare le potenziali minacce.
- Feedback Continuo: il Blue Team può osservare le azioni del Red Team e testare le proprie capacità di rilevamento e risposta sul momento. Questa interazione immediata consente ai team di identificare lacune e aree di miglioramento in tempo reale.
- Analisi e remediation congiunta: entrambi i team lavorano insieme per analizzare i risultati degli esercizi, capire perché certi rilevamenti sono falliti o hanno avuto successo, e sviluppare e implementare strategie di remediation collettivamente.
- Cultura di apprendimento continuo: poiché le minacce informatiche sono in continua evoluzione, il Purple Teaming assicura che entrambi i team imparino costantemente l’uno dall’altro, testando nuove tattiche e migliorando le proprie competenze.
L’adozione di una filosofia Purple Team produce benefici tangibili e strategici per l’organizzazione. Il ciclo di feedback continuo aiuta a identificare le vulnerabilità più velocemente e a correggerle prima che possano essere sfruttate in un attacco reale. Questo approccio olistico allinea gli obiettivi di tutti i professionisti coinvolti, aiutandoli a riconoscere lo scopo comune di rafforzare la postura di sicurezza dell’organizzazione. Colmando le lacune di comunicazione che spesso si verificano quando i team lavorano separatamente, il Purple Teaming garantisce che le squadre siano sempre allineate e condividano informazioni in tempo reale.
Il ruolo del Purple Team nella sicurezza dei Large Language Models
L’approccio collaborativo del Purple Team si sta rivelando molto efficace nella sicurezza degli LLM, dove viene applicato per integrare tecniche di attacco (Red Team) di addestramento alla sicurezza (Blue Team). Questo metodo innovativo, a volte definito “PAD” (Purple-teaming LLMs with Adversarial Defender training), mira a identificare attivamente le vulnerabilità di un LLM e ad adattarlo ai nuovi rischi emergenti.
Il processo è iterativo e si basa sulla raccolta automatica di dati conversazionali. Un modulo “attaccante” mira a provocare risposte non sicure da parte del modello, mentre un modulo “difensore” genera risposte sicure a questi attacchi. Questo crea un “gioco di sicurezza” in continua evoluzione, dove entrambi i moduli vengono aggiornati costantemente attraverso interazioni avversarie. Un modulo “Judge” indipendente valuta la sicurezza delle risposte, fornendo spiegazioni che aiutano il difensore non solo a generare output sicuri, ma anche a comprendere le ragioni sottostanti, migliorando così le sue capacità di discriminazione. Questo approccio si è dimostrato efficace nel bilanciare sicurezza e qualità generale del modello, affrontando anche sfide complesse come gli attacchi multi-turno.
Il futuro della cybersecurity risiede nell’integrazione. Abbandonare la mentalità a “silos” in favore di una comunicazione e cooperazione costanti è essenziale per passare da una postura reattiva a una proattiva. È questa interazione che permette di sviluppare strategie olistiche, capaci di anticipare e neutralizzare le minacce con maggiore efficacia, rafforzando la postura di sicurezza complessiva dell’organizzazione.
Fonti:
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