Digital Skill Gap in Italia nel 2025: sfide e soluzioni per il futuro del settore ICT
Il digital skill gap in Italia compromette la competitività del mercato ICT e rischia di rallentare l’innovazione tecnologica. Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), infatti,
Le principali lacune del Paese rimangono nelle competenze digitali, che influenzano negativamente gli sforzi per colmare i divari digitali e ostacolano la competitività. Nonostante la roadmap e le numerose iniziative recenti dell’Italia, solo il 45,8% delle persone in Italia possiede competenze digitali almeno di base e la quota di specialisti ICT nell’occupazione rimane limitata, mentre la domanda di queste competenze da parte delle imprese è in forte aumento.
Oltre alla crescente domanda di specialisti ICT in settori tradizionalmente tecnologici e non, come energia e consulenza, si evidenziano problematiche strutturali legate a un sistema formativo inadeguato e a una limitata diffusione delle competenze digitali avanzate. Questo articolo esplora le cause del digital skill gap italiano, le sue conseguenze sul settore ICT e le possibili soluzioni per colmare questo divario, favorendo la digitalizzazione e il rilancio competitivo del Paese.
> Leggi anche: “ICT in Italia: situazione attuale e trend per il 2025″
La domanda di competenze ICT in Italia
La domanda di professionisti qualificati e competenze in Italia rimane elevata e stabile: tra gennaio 2023 e agosto 2024, su LinkedIn sono stati pubblicati circa 184.000 annunci di lavoro per esperti ICT, con richieste provenienti sia dal settore tecnologico, sia da ambiti come consulenza, ingegneria ed energia. Nel 39% dei casi, le PMI ICT hanno avuto difficoltà a trovare professionisti con competenze adeguate.
Uno degli aspetti più interessanti della ricerca del report dell’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2024 è che circa il 20% degli annunci di lavoro per specialisti ICT proviene da settori non prettamente tecnologici. Questo dato dimostra come la presenza di personale ICT competente stia diventando una priorità anche per aziende che, fino a pochi anni fa, non si consideravano parte integrante del tessuto tecnologico.
Il digital skill gap
Nonostante la crescente domanda di professionisti qualificati, l’offerta è insufficiente per soddisfare le necessità del mercato italiano. Infatti, solamente il 22% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali avanzate. Questa carenza si riflette anche nella formazione accademica: i laureati in discipline ICT rappresentano appena il 6% del totale, nonostante un aumento del 7% negli ultimi anni.
Le aziende, per colmare queste lacune, stanno investendo sempre di più nella formazione interna, consapevoli che il sistema educativo tradizionale non è in grado di fornire le competenze richieste in tempi rapidi. Tuttavia, i dati evidenziano problemi anche sulle competenze fondamentali: il 79% degli intervistati ai test di valutazione delle competenze digitali ha mostrato lacune nell’uso del pacchetto Office, mentre l’82% presenta carenze in cybersecurity e il 79% non possiede conoscenze adeguate in intelligenza artificiale di base.
Questa situazione impone alle imprese sforzi aggiuntivi per formare il proprio personale e affrontare la crescente complessità del panorama tecnologico. Tuttavia, senza un intervento strutturale e coordinato sul sistema formativo nazionale, il digital skill gap potrebbe ostacolare in modo insormontabile la competitività italiana nel lungo periodo.
Un sistema formativo in ritardo: l’origine delle carenze di competenze ICT
I problemi del settore ICT in Italia partono dalla formazione superiore: solo una minima parte dei corsi ITS riguarda le tecnologie digitali, e il loro potenziale rimane in gran parte inesplorato.
In ambito universitario la situazione non migliora: solo il 6% dei laureati ha superato programmi in ambito ICT. Inoltre, i nuovi corsi universitari e formativi approvati in ambito ICT coprono appena il 16% dell’offerta complessiva, un dato che evidenzia una scarsità di percorsi specifici per affrontare le crescenti necessità del mercato. Secondo molte aziende, inoltre, la formazione accademica è troppo teorica e poco orientata alle esigenze pratiche del mercato: il 52% delle imprese considera insufficiente la preparazione dei laureati in ambito ICT.
Le aziende percepiscono un disallineamento tra la formazione universitaria e le esigenze del mercato del lavoro. Secondo il 71% delle aziende intervistate, la soluzione potrebbe essere una maggiore collaborazione tra università, ITS e imprese per sviluppare percorsi formativi in linea con le competenze richieste.
Questa inefficienza del sistema formativo non solo ostacola l’ingresso di nuove risorse nel settore, ma limita anche le possibilità di aggiornamento per i professionisti già attivi. In un contesto in cui l’innovazione tecnologica avanza rapidamente, l’assenza di un’educazione adeguata rappresenta un freno per la crescita dell’intero ecosistema digitale italiano.
Figure e competenze più ricercate nel settore ICT
Tra le figure più ricercate spiccano:
- Sviluppatori Software e Web Developer: i professionisti specializzati in linguaggi di programmazione come Java, Python e JavaScript sono tra i più richiesti. La loro competenza è essenziale per progettare, sviluppare e mantenere infrastrutture digitali avanzate, indispensabili per supportare le iniziative di trasformazione digitale.
- Data Analyst e Data Scientist: la capacità di analizzare i dati e trasformarli in informazioni utili per le aziende è sempre più richiesta e si registra una crescita significativa degli annunci che menzionano queste figure.
- Specialisti di supporto tecnico: le figure responsabili di fornire assistenza IT e garantire la continuità operativa delle infrastrutture tecnologiche. Tra il 2023 e il 2024, sono stati pubblicati oltre 30.000 annunci per questi professionisti, a conferma della loro centralità.
- Database Administrator: con l’espansione dei big data, cresce la necessità di esperti nella gestione e ottimizzazione dei database. Questa figura ha registrato un aumento del 107% degli annunci rispetto al 2022.
- Cloud Architect e Network Engineer/Analyst: il passaggio al cloud e la crescente complessità delle reti aziendali rendono indispensabili professionisti in grado di progettare e gestire infrastrutture cloud e di rete altamente scalabili e sicure.
- Figure Manageriali in ambito ICT: ruoli come IT Project Manager, IT Operations Manager e IT Service Manager sono sempre più richiesti, a testimonianza della necessità di professionisti capaci di coordinare progetti tecnologici complessi, integrando competenze tecniche e manageriali.
- Professionisti dell’Intelligenza Artificiale: la domanda di competenze in intelligenza artificiale è in rapida crescita, con un aumento del 73% degli annunci di lavoro nel periodo 2023-2024. In particolare, le aziende cercano esperti in IA generativa e tecnologie correlate, come ChatGPT, per sfruttare il potenziale di innovazione offerto da queste soluzioni avanzate.
Sebbene a un ritmo non sempre adeguato, le imprese italiane stanno investendo nell’upskilling e nel reskilling dei propri dipendenti per affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione. Nonostante le difficoltà, il 92% delle PMI ICT prevede di mantenere stabile o aumentare il numero di addetti, a dimostrazione di un impegno concreto verso lo sviluppo delle competenze interne e del capitale umano.
Tra le tecnologie emergenti, l’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo dirompente nella ridefinizione dei profili professionali in ambito ICT. L’adozione di soluzioni avanzate, come gli algoritmi di apprendimento automatico e gli strumenti di automazione generativa, sta creando una crescente domanda di competenze specifiche e aggiornate. Tuttavia, l’Italia sconta un ritardo rispetto ad altri paesi nell’integrazione di queste tecnologie e nella formazione di figure professionali in grado di sfruttarne il pieno potenziale.
Per mantenere la competitività nel contesto globale, è indispensabile che le aziende italiane investano in programmi di formazione continua e rafforzino le collaborazioni con istituzioni accademiche e centri di ricerca. L’upskilling non è solo una risposta necessaria ai cambiamenti tecnologici, ma un’opportunità strategica per costruire una forza lavoro resiliente, capace di guidare l’innovazione e affrontare con successo le sfide del futuro.
Fonti:
Generali, P. (2024, November 29). ICT Italia: imprese in rilancio, ma servono più competenze. Agenda Digitale. https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/ict-italia-imprese-in-rilancio-ma-servono-piu-competenze/
Neri, M., Niccolini, F., & Martino, L. (2024). Organizational cybersecurity readiness in the ICT sector: a quanti-qualitative assessment. Information & Computer Security, 32(1), 38-52.
Olivanti, F., & Gastaldi, L. (2024). Evaluating digital skills policies: Assessing the potential impact of outreach programs in Italy. Telecommunications Policy, 102811.
Patruno, V. (2024, July 25). Senza competenze non si fa la rivoluzione digitale: specialisti ICT cercasi. Agenda Digitale. https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/competenze-digitali/senza-competenze-non-si-fa-la-rivoluzione-digitale-specialisti-ict-cercasi/
Report on the state of the Digital Decade 2024. (2024, July 2). Shaping Europe’s Digital Future. https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/report-state-digital-decade-2024
Talent Services SRL, & AICA, Anitec-Assinform, Assintel, Assinter Italia. (2024, November 20). COMPETENZE DIGITALI: UN’OPPORTUNITÀ PER LO SVILUPPO DEL PAESE. Https://Www.assintel.it/Wp-Content/Uploads/2024/12/Competenze-Digitali-Unopportunita-Per-Lo-Sviluppo-Del-Paese.pdf.