Soft skills per developer: che cos’è il “product mindset”
Il ruolo dello sviluppatore sta cambiando. Non basta più saper scrivere codice pulito e sicuro o conoscere l’ultimo framework. Le aziende cercano altro: persone che sappiano unire la tecnica a quelle che chiamano “competenze trasversali”.
Anche la richiesta di esperti in intelligenza artificiale è altissima, ma questo non ha reso inutili le soft skill. Anzi. Per il 69% dei recruiter, contano quanto (o più) di quelle tecniche.
È il “paradosso della tecnologia”: mentre l’IA fa i lavori tecnici, le capacità umane come creatività, empatia e pensiero critico valgono di più. In più, il lavoro da remoto (che piace al 78% dei developer italiani) richiede ancora più autonomia e capacità di comunicare bene a distanza.
Tra le soft skill più richieste e ricercate negli sviluppatori, una è diventata fondamentale per le aziende: il product mindset, cioè la “mentalità di prodotto”.
Vediamo perché questa mentalità è così richiesta, come si riconosce nella pratica e quali problemi si incontrano nel provare a introdurla in un team.
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Perché le soft skill nel Tech contano sempre di più
Il settore tech non è più solo innovazione. Le capacità “umane”, quelle che un’IA non può ancora imitare, sono diventate un vero vantaggio. I dati lo confermano:
- Un’analisi di StartupItalia su milioni di annunci di lavoro italiani (2019-2023) mostra che le soft skill pesano dal 34% al 58% delle competenze richieste.
- Nel mondo, per CoderPad, il 78% degli sviluppatori e l’81% dei recruiter dice che le soft skill sono importanti almeno quanto le competenze tecniche.
- In Italia, la richiesta di sviluppatori è cresciuta del 40% (2023-24). Le aziende cercano persone che sappiano parlare con gli altri, lavorare in team misti e capire come funziona l’azienda.
Le soft skill di base per un developer: che cosa serve prima del Product Mindset
Il product mindset funziona solo se poggia su altre capacità di base.
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Comunicazione e collaborazione. È la competenza più richiesta. Gli sviluppatori devono saper:
- Spiegare processi, funzionalità e tecniche complicate a chi non è tecnico (manager, marketing, clienti).
- Ascoltare davvero quando parlano con il team di prodotto o di design.
- Lavorare bene da remoto o in ufficio, gestendo la comunicazione su Slack, Jira, ecc.
- Problem solving e pensiero critico. È la seconda skill più richiesta. Bisogna saper analizzare i problemi da più angolazioni, prevedere i casi limite (“edge case”) e soprattutto, decidere che cosa sacrificare: la qualità del codice, la velocità di sviluppo o l’effetto sul prodotto?
- Empatia e attenzione all’utente. L’empatia serve per capire i problemi reali degli utenti. Gli sviluppatori empatici collaborano meglio con designer e PM e scrivono codice più pulito, pensando a chi dovrà metterci le mani dopo di loro.
- Adattabilità e voglia di imparare. Con l’innovazione che corre, bisogna sapersi adattare. Il 90% dei dev ritiene fondamentale studiare per conto proprio. Questo include essere flessibili se cambiano i requisiti e avere la mentalità giusta per imparare dai fallimenti.
Il Product Mindset: la vera differenza
Se le competenze viste sopra sono le fondamenta, il product mindset è ciò che viene costruito sopra. È il cambiamento più significativo nel profilo di uno sviluppatore oggi. Non si tratta solo di “scrivere codice”, ma di capire perché si sviluppa una certa feature e che impatto avrà sull’azienda e sugli utenti.
Uno sviluppatore con questa mentalità si interessa al prodotto. Vuole capire le decisioni, come la gente usa le varie funzioni e vuole dire la sua sulle strategie.
Sherif Mansour di Atlassian dice che sono:
“un ingrediente fondamentale per aiutarti a costruire un prodotto di successo, a scalare e a diventare un product manager migliore.”
Jean-Michel Lemieux (ex Shopify) li descrive così:
“Una volta poste le fondamenta del prodotto, hai bisogno di sviluppatori che si interroghino attivamente sul ‘perché’, che abbiano sete di usare le tecnologie per superare i problemi umani o degli utenti. Coloro che hanno l’empatia necessaria per puntare a esperienze magiche.
Il “Product Thinking” è il processo mentale che c’è dietro. Di solito si compone di tre fasi:
- Problema: capire il problema guardandolo da più lati. Si usano strumenti come le “User Personas” o i “Jobs To Be Done” (cosa l’utente deve fare).
- Opportunità: valutare come risolvere il problema e che cosa ci guadagna l’azienda (ROI, fette di mercato). In questa fase si realizzano i primi prototipi.
- Soluzione: analizzare i test e decidere la soluzione migliore, tenendo conto dei limiti tecnici ed economici e della strategia generale.
9 caratteristiche per riconoscere uno sviluppatore con mentalità di prodotto
Per un team leader o per un HR, non è immediato capire se la persona che hanno di fronte possiede la mentalità di prodotto. Come si vede in un colloquio o in un collega? Gergely Orosz, ex engineering manager di Uber, ha stilato una lista di 9 comportamenti tipici di questi sviluppatori.
- Propongono idee (e non eseguono e basta). Non si accontentano di eseguire il compito. Pensano a soluzioni diverse, mettono in discussione le specifiche e propongono modi migliori per fare le cose. Non aspettano che qualcuno gli dica cosa fare.
- Si interessano all’azienda e ai dati. Cercano di capire come funziona il modello di business e come il prodotto fa soldi. Si chiedono come si sentono gli utenti, che cosa cercano e che cosa ci guadagnano. Guardano i dati sull’uso del prodotto e parlano con PM o data scientist per capirci di più.
- Chiedono spesso “Perché?”. Vogliono sapere il motivo delle scelte. Perché questa funzione e non un’altra? Perché ora? Come misuriamo se funziona? Eventualmente cercano anche le risposte in autonomia.
- Parlano con chi non è tecnico. Gli piace parlare con persone fuori dal team di sviluppo per capire cosa fanno. Sanno comunicare e sono curiosi. È facile trovarli a prendere un caffè o a pranzo con i colleghi del marketing, del design o delle vendite.
- Propongono Trade-off tecnici e di prodotto. Capendo sia la tecnica, sia il “perché”, fanno proposte intelligenti. Ad esempio, se lo sviluppo di una funzione richiesta troppo lavoro, non cercano solo di diminuire il tempo di sviluppo. Magari tornano dal PM e dicono: “E se facessimo quest’altra cosa? L’impatto sull’utente è simile, ma ci mettiamo un decimo del tempo”.
- Sono pragmatici sui casi limite (edge case). Capiscono subito quali sono i casi limite e cercano soluzioni per non perderci troppo tempo. Si concentrano su un prodotto minimo, ma che sia utile e funzionale e ne valutano lo sforzo: se un bug colpisce un utente su mille, può essere ignorato?
- Cercano feedback subito. Trovano modi intelligenti per avere riscontri prima del rilascio. Fanno provare la funzione a un collega, mostrano il lavoro a metà al PM, organizzano “cacce al bug” col team. Si chiedono sempre: “Come facciamo a essere sicuri che la gente userà questa funzione come pensiamo?”.
- Si sentono responsabili dall’inizio alla fine (e oltre). Si prendono la responsabilità di una funzione, dalla specifica al rilascio. Ma poi vanno oltre. Per loro, il lavoro è finito solo quando vedono i risultati sui dati. Dopo il rilascio, restano in contatto con PM, data scientist e assistenza clienti per capire come la gente usa davvero la loro funzione.
- Sviluppano “istinto” per il prodotto. Progetto dopo progetto, il loro schema è: chiedere “perché”, proporre scambi, costruire velocemente, cercare feedback e controllare i dati dopo il rilascio. Con l’esperienza di questo modello ciclico, la loro comprensione del prodotto migliora e iniziano a sviluppare un vero “istinto”.
Problemi pratici e sfide
Introdurre questa mentalità in azienda non è facile. Ci sono alcuni problemi concreti che manager e HR devono conoscere.
- Velocità contro qualità. Per capire il contesto e gli utenti serve tempo. Questo sembra andare contro la fretta della delivery tipica dell’Agile. Il punto è che il tempo speso all’inizio per capire cosa fare, evita di dover rifare il lavoro dopo: si tratta di trovare un equilibrio tra “fare la cosa giusta” e “farla in fretta”.
- Non è per tutti. Non tutti gli sviluppatori vogliono (o devono) avere questa mentalità. Alcuni preferiscono concentrarsi solo sulla pura eccellenza tecnica, ed è un bene che sia così. Il 36% dei dev non è interessato a ruoli manageriali, e molti la pensano uguale riguardo alle responsabilità di prodotto. Le aziende dovrebbero offrire più percorsi di carriera, senza forzare tutti.
- Rompere i “silos”. Spesso, in azienda, c’è chi non vuole che i programmatori partecipino alle decisioni sul prodotto. I problemi più comuni sono i reparti che non si parlano, vecchi metodi “a cascata” dove le specifiche arrivano dall’alto e non si discutono e l’idea obsoleta che lo sviluppatore debba scrivere codice senza fare domande.
Avere un product mindset non è più un extra per uno sviluppatore, ma una capacità chiave che fa la differenza. Le aziende che puntano su queste figure ottengono prodotti migliori e clienti più soddisfatti. Il futuro dello sviluppo software è di chi sa muoversi tra il codice e il contesto, tra la tecnica e l’impatto sulle persone. Avere questa mentalità, insieme a buone doti di comunicazione ed empatia, è quello che trasforma un bravo sviluppatore in qualcuno che guida davvero l’innovazione.
Fonti:
CoderPad and CodinGame State of Tech Hiring 2024 – CoderPad. (2023, December 26). CoderPad. https://coderpad.io/survey-reports/coderpad-and-codingame-state-of-tech-hiring-2024/
Essere sviluppatori software nel 2025 | FreelanceDEV.it. (2025). Freelancedev.it. http://freelancedev.it/blog/sviluppatori-software
Gadalova, I. (2025). Seven tech hiring trends to watch in 2025. Allstarsit.com. https://www.allstarsit.com/blog/seven-tech-hiring-trends-to-watch-in-2025
Orosz, G. (2019). The Product-Minded Software Engineer. The Pragmatic Engineer. https://blog.pragmaticengineer.com/the-product-minded-engineer/
Voloshchenko, J. (2025). What Skills Will Be Important for Software Developers in 2025? – Usetech. Usetech. https://usetech.com/blog/what-skills-will-be-important-for-software-developers-in-2025/
Waterhouse, H. (2022). Empathy for the Dev: Avoiding common pitfalls when communicating with developers – Stack Overflow. Stackoverflow.blog. https://stackoverflow.blog/2022/04/25/empathy-for-the-dev-avoiding-common-pitfalls-when-communicating-with-developers/


