Pianificare e gestire la migrazione al Cloud

La migrazione al cloud è il processo che sposta dati, applicazioni e carichi di lavoro su un’infrastruttura cloud. La pandemia, ma anche la proliferazione di applicazioni SaaS, l’impiego massivo dei container e la richiesta di soluzioni lavorative da remoto hanno accelerato molto la migrazione al cloud a livello mondiale. Secondo Gartner, entro il 2025, quasi il 66% del budget dedicato alle applicazioni software sarà dedicato alle tecnologie cloud. Dall’altra parte, però, si stima che quasi il 50% delle aziende abbia delle difficoltà a controllare i costi del cloud, che comunque si rilevano più alti di quanto molte aziende si aspetterebbero.

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Le strategie di migrazione al cloud

Una migrazione al cloud di successo richiede in primis la pianificazione di una strategia che imposti gli obiettivi della migrazione, crei una timeline, anticipi le sfide e definisca il successo del progetto. Si considerano quindi, in primo luogo, la sicurezza e la tipologia di cloud.

Una strategia di migrazione considera quali carichi di lavoro devono essere spostati, quali devono essere tenuti on-premise ed eventualmente quali nuove applicazioni aggiungere. La strategia di migrazione dovrebbe considerare i casi specifici dei carichi di lavoro che vengono migrati, che spesso includono anche applicazioni aziendali critiche, backup e recovery di dati, applicazioni collaborative e per la produttività o progetti di sviluppo software.

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Inoltre, non è necessario che tutte le applicazioni siano migrate: ad esempio per le applicazioni business-critical, quelle ad alto rendimento o a bassa latenza, oppure quelle applicazioni che hanno bisogno di rispettare precisi requisiti geografici, come il GDPR, potrebbe essere più conveniente la loro permanenza on-premise. Per questo motivo, è importante definire i casi d’uso prima, in modo da creare una strategia solida e impostare le basi per un processo di migrazione eseguito correttamente.

Le strategie di migrazione devono anche coprire la valutazione dei rischi e il budget: se ad esempio un’azienda investe molto in infrastrutture hardware e licenze software, potrebbe non valere la pena migrare al cloud.

Esistono 6 diversi tipi di strategie di migrazione, che possono essere integrate tra loro o applicate a diversi elementi dell’ambiente:

  • Re-hosting. Meglio conosciuta con il nome di lift and shift: si basa sul semplice spostamento nel cloud di tutto quello che c’è on premise. In teoria, questa è una strategia semplice e veloce e non ha bisogno di sviluppo o cambi di architettura, ma spesso è inefficace e non sfrutta al massimo l’infrastruttura cloud.
  • Re-platforming. Si basa sull’ottimizzazione e l’adattamento al cloud delle applicazioni e di altri asset, durante la migrazione. Ad esempio, si può passare ad un database cloud (come Amazon RDS), invece di mantenere un database autonomo e indipendente.
  • Re-purchasing. Questa strategia si basa sul blocco dei servizi obsoleti e l’impiego di servizi basati sul cloud. Si utilizza, ad esempio, quando si passa da un sistema di posta elettronica su un’architettura on premise ad uno SaaS e basato sul cloud come Gmail.
  • Re-architecting. Questa strategia può essere utilizzata quando ci si rende conto che è molto difficile scalare con l’architettura attuale. A questo punto è possibile considerare la rifattorizzazione e la ri-progettazione delle soluzioni, in modo che soddisfino in nuovi requisiti, ottimizzino i costi di manutenzione e migliorino le performance e la qualità delle applicazioni, tipicamente utilizzando funzionalità e caratteristiche cloud native. Questo approccio viene anche chiamato service-oriented o serverless.
  • Retire. Alcuni elementi del tuo ambiente potrebbero essere inutilizzati, non più rilevanti o non necessari. Cogliendo l’occasione della migrazione, potrebbero essere eliminati oppure disattivati.
  • Retain. Come accennato in precedenza, alcune applicazioni potrebbero non essere pronte per la migrazione, ad esempio nel caso in cui non esista una soluzione che soddisfi i requisiti. In tal caso, è consigliabile non migrarli ed eventualmente revisionarli in un secondo momento.
Pianificare e gestire la migrazione al cloud

Il processo di migrazione

Ogni azienda ha necessità e carichi di lavoro differenti e di conseguenza seguirà un processo leggermente differente per la migrazione. In ogni caso, i cloud provider possono aiutare le aziende ad impostare il processo di migrazione, che tipicamente includerà queste fasi di base:

  1. La definizione degli obiettivi. La prima fase serve a definire tempistiche e KPI, quali performance dovrebbero essere raggiunte o fino a quando l’infrastruttura legacy continuerà ad essere operativa. In questo modo si specificano le metriche che andranno a definire il successo della migrazione: si includono le performance, le scadenze e i costi.
  2. Strategia di sicurezza. La sicurezza nel cloud richiede un approccio differente rispetto a quella on premise. Nel cloud, gli asset aziendali non sono più protetti da firewall e il perimetro di sicurezza fondamentalmente non esiste. Soprattutto in questo ambiente, è consigliabile implementare un approccio least privilege, che prevede che a utenti e programmatori sia assegnato il minimo privilegio necessario per portare a termine i loro compiti. > Leggi anche: Cloud Security: quali sono i rischi e i consigli per affrontarli
  3. Copia dei dati. La replicazione dei database dovrebbe essere continua lungo tutto il processo di migrazione, in modo che il cloud database rimanga aggiornato.
  4. Test. Prima che il carico di lavoro vada in produzione, dovrebbe essere testato sotto stress e ottimizzato per fornire prestazioni ideali. È importante testare le condizioni di interruzione e i sistemi ridondanti. In questa fase si testano anche le opzioni di accesso ad applicazioni e servizi e l’integrazione con altre applicazioni.

Sfide e rischi della migrazione al cloud

Comprendere le principali sfide e rischi della migrazione è essenziale per il successo di ogni progetto. Senza questa conoscenza, le aziende potrebbero non essere in grado di indirizzare e risolvere questi problemi, prima che diventino incontrollabili e creino problemi più gravi più avanti.

  • Mancanza di un obiettivo definito: la definizione degli obiettivi cui si è accennato in precedenza serve proprio ad assicurarsi che la soluzione progettata soddisfi le esigenze aziendali. È molto facile quindi che la mancanza di un obiettivo definito porti a risultati insoddisfacenti.
  • Sicurezza dei dati e compliance restano barriere significative per la migrazione. Molte aziende non si fidano a far trattare i propri dati sensibili ad aziende di terze parti. Secondo The State of Cloud Security, nel 2019 il 56% degli intervistati era incredibilmente preoccupato sulla sicurezza, che considerava una delle maggiori sfide alla migrazione.
  • Incertezza sui costi di migrazione. Nel tempo, la migrazione al cloud riduce i costi grazie al miglioramento della produttività, alla riduzione delle spese di amministrazione e flussi di lavoro ottimizzati. Ma il processo di migrazione potrebbe diventare molto costoso, specialmente quando non si riesce o non è possibile  stimare l’impegno finanziario preventivamente. Le spese di migrazione sono infatti uno dei problemi più significativi da affrontare e includono, ad esempio: il costo della migrazione dei dati, i problemi di compatibilità, nuove competenze, la mancanza di un piano di data recovery e addirittura una strategia di migrazione sbagliata.
  • Dipendenza dal fornitore. Una volta scelto un cloud provider, che cosa succede se qualcosa va storto? Cambiare fornitore può richiedere molto tempo ed essere estremamente costoso: l’azienda potrebbe ritrovarsi bloccata in modo permanente in una collaborazione infelice.
  • Mancanza di competenze specializzate. La migrazione al cloud e la successiva gestione della nuova infrastruttura richiede l’aggiornamento delle competenze e la formazione per i professionisti che se ne occuperanno. Un ambiente basato sul cloud ha molti livelli, dalla semplice migrazione di sistemi esistenti alla riprogettazione dell’intero ambiente. Saranno quindi necessarie varie competenze a vari livelli, ad esempio: virtualizzazione, analisi dati, orchestrazione e disaster recovery.

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La migrazione al cloud porta in azienda moltissimi benefici e altrettanti rischi. Conoscere le sfide e implementare una o più strategie per superarle è essenziale. Kinetikon può aiutare la tua azienda nella pianificazione strategica e nell’esecuzione della migrazione su cloud per i principali cloud vendor. Contattaci oggi e raccontaci i tuoi obiettivi e i tuoi progetti di migrazione nel cloud!